Description
Gin Ginepraio
Punti salienti
Gin Ginepraio Amphora
Il Gin Amphora Ginepraio è un gin pieno e aromatico, le chiare note di ginepro si mescolano ai sapori delle botaniche utilizzate, questo grazie al particolare metodo di produzione. Il gin Amphora riposa, e matura, per sei mesi in anfore di coccio, o meglio cocciopesto.
Il cocciopesto è un antico materiale, già utilizzato in epoca romana per mantenere i liquidi, oggi è utilizzato sopratutto per l’invecchiamento del vino, il Gin Ginepraio è l’unico gin, al mondo, che utilizza il cocciopesto per concludere la sua maturazione.
London Dry
Ginepraio Navy Strength
Il gin Amphora è un Navy Strength, la tipologia Navy Strength nasce nel 1800, i marinai inglesi valutavano la qualità del gin, spesso utilizzato come moneta di pagamento, bagnando la polvere da sparo con il gin, se questa dopo bruciava ancora il gin era buono, difatti solo con gin di 57° alcolici (o superiori) la polvere da sparo bagnata brucia ancora.
Il gin Ginepraio Amphora non a caso matura per sei mesi nelle anfore, difatti questo era il tempo che il gin passava nelle stive delle navi durante le traversate in oceano.
Gin Ginepraio
Gin Ginepraio London Dry
Il gin Amphora segue il metodo London Dry, nessun zucchero aggiunto e tutte le botaniche distillate insieme.
Tutti gli ingredienti vengono messi all’interno del fusto dell’alambicco, attraverso il quale passa l’alcool durante il processo di distillazione, estraendo dalle piante gli oli e le essenze necessarie per dare al GIN GINEPRAIO il suo carattere distintivo. Oltre al coriandolo, l’angelica, il limone, e l’arancia, per il gin Amphora vengono utilizzate due piante, tipiche della toscana, la rosa canina, una specie di rosa selvatica rampicante, e l’elicriso, una pianta selvatica dai fiori gialli.
Tutte queste essenze arricchiscono il sapore potente dato dal protagonista del liquore: il ginepro.
Altra peculiarità di questo gin è che utilizza ben tre tipi di ginepro. La Toscana ha un’importante produzione di ginepro, lo sviluppo della ricetta ha tenuto conto dei diversi tipi di ginepro presenti sul territorio, ognuno con le proprie caratteristiche organolettiche.